LIBRO D'ORE Ms. 459
Biblioteca Angelica
Datazione: Inizio XV secolo
Autore: Ignoto di ambito francese
Misure carte: 235×160 mm.
Genere: Libro di preghiere
Miniature: Presenti
Il Libro d’Ore (ms. 459) è un compendio di testi devozionali a uso dei laici, modellato sul Breviario dei religiosi, il cui nucleo è costituito dall’Ufficio della Vergine. Questo manoscritto latino, in minuscola gotica francese, fu realizzato nella prima metà del XV secolo in ambito francese, su pergamena. È riccamente illustrato da 15 miniature a piena pagina con dorature. I libri d’ore cominciarono a diffondersi dalla metà del XIII secolo ed ebbero una straordinaria diffusione nei secoli XIV e XV, soprattutto in Francia e nei Paesi Bass, quando dalla preghiera collettiva, orale e ad alta voce, si passò a quella personale e silenziosa. Il loro semplice possesso era considerato garanzia di protezione, quasi fossero degli amuleti da portare con sé.
- Storia e contesto
- Struttura e scrittura
- Iconografia & Iconologia
- Materiali e Tecniche esecutive
- Censure e modifiche
- Conservazione e restauro
- Bibliografia
Il manoscritto 459 della Biblioteca Angelica è un Libro d’Ore, vale a dire un compendio di testi devozionali a uso dei laici, modellato sul Breviario dei religiosi, il cui nucleo è costituito dall’Ufficio della Vergine
Il manoscritto, di origine francese, è databile all’inizio del XV secolo.
Il volume della Biblioteca Angelica appartiene ad una tipologia libraria largamente attestata; gli esemplari di libri d’ore a noi giunti sono infatti numerosissimi. I libri d’ore cominciarono a diffondersi dalla metà del XIII secolo ed ebbero una straordinaria diffusione nei secoli XIV e XV, soprattutto in Francia e nei Paesi Bassi, tanto da essere definiti il best seller del Medioevo, almeno in queste aree. Benché esemplati su modello dei Breviari, nei libri d’ore la scelta dei testi e la loro disposizione rispondono a specifiche scelte dei committenti e sono in continua trasformazione per aggiunte, adattamenti, aggiornamenti a volte per rispondere alla volontà di nuovi possessori; per questa tipologia libraria non esiste un testo fisso o varianti testuali fissate nel tempo.
I libri d’ore sono delle ‘miscellanee’ di testi per la devozione. Individuare tutti gli autori dei tanti commenti, salmi, orazioni, ecc. è arduo anche perché i contenuti variano da esemplare ad esemplare.
Le miniature che corredano il volume sono da riferire a più artisti, come dimostrano le evidenti dissonanze stilistico formali e compositive che si colgono sfogliando le sue carte, particolarmente evidenti tra la Vergine con Bambino e Committenti (c.21v-22r) e le restanti scene. L’illustrazione che introduce l’Ufficio della Vergine mostra una fattura più raffinata, una diversa capacità compositiva, una maggiore resa volumetrica dei personaggi, una loro più accurata caratterizzazione fisionomica. Secondo la proposta avanzata da alcuni studiosi, questa miniatura sarebbe opera del maestro di Luçon, artista attivo a partire dall’ultimo decennio del XIV secolo, che diventerà il principale maestro della scuola di Parigi. Le restanti sarebbero frutto della collaborazione di due personalità attive in una diverso atelier che tradiscono spesso un certo impaccio, nella costruzione delle scene, una qualche approssimazione nell’impostazione spaziale, una minore abilità nella resa dei personaggi. Questi ultimi sembrano appartenere, secondo alcuni studiosi, alla cosiddetta Bedford Trend, vale a dire a miniatori che precedono il Maestro di Bedford, attivi sempre a Parigi. Le illustrazioni del Libro d’ore, ascrivibili a diverse personalità, sarebbero state realizzate nello stesso arco di anni, nonostante l’immagine dei Committenti sia raffigurata su un foglio sciolto aggiunto tra due quaternioni.
I committenti del codice sono stati identificati in: Robert de Bossey, cavaliere di Normandia, legato alla corte di Francia, morto nel 1415 durante la battaglia di Azincourt, contro Enrico V d’Inghilterra, e sua moglie Roberte de Calleville, originaria di Rouen. I coniugi sono raffigurati in preghiera ai piedi della Vergine con Bambino a c. 21v, con gli stemmi gentilizi delle rispettive casate, grazie alla cui identificazione è stato possibile far luce sulla committenza del prezioso volume e ancorare cronologicamente l’esecuzione del volume.
La larghissima diffusione dei libri d’ore è stata messa in relazione all’evoluzione delle abitudini di lettura avvenuta nel Tardo Medioevo, vale a dire al passaggio dalla preghiera collettiva, orale e ad alta voce a quella personale e silenziosa. Essi avevano anche una funzione apotropaica e il loro semplice possesso era considerato garanzia di protezione, quasi fossero degli amuleti personali da portare con sé, indipendente dalla lettura dei testi devozionali contenuti.
Non sono noti fatti storici rilevanti connessi al suo allestimento e alla sua storia più in generale.
La straordinaria ricchezza e la raffinata fattura della decorazione costituiscono dei motivi di particolare interesse del volume. A questi si aggiunga il larghissimo impiego dell’oro per impreziosire ogni elemento dell’ornato e numerose sezioni del testo.
La storia del codice non è nota, non si sa come sia giunto alla Biblioteca Angelica.
Latino
Il codice è membranaceo di piccolo formato, misura mm. 235 x 160, la rigatura è a colore.
Il testo è stato trascritto da un unico copista che adopera una minuscola gotica francese.
È stato vergato in ambiente transalpino da un copista che adotta una minuscola gotica francese.
Gli uffici e le devozioni contenuti nel volume venivano recitati privatamente in determinate ore della giornata, nel rispetto dell’ufficio canonico contenuto nel Breviario.
Il manoscritto presenta un ricca sequenza di scene figurate ed elementi ornamentali di raffinata fattura.
L’apparato illustrativo è composto da 15 miniature arrangiate in cornici rettangolari bordate in oro abbinato ad altri colori. Tali miniature segnano i passaggi più importanti del testo offrendo spunto alla meditazione individuale e alla celebrazione dei suoi committenti. Nel rispetto della tradizione figurativa dei libri d’ore, la sezione del testo più riccamente miniata è quella dedicata all’ufficio dell Vergine, illustrato con episodi dell’infanzia di Cristo. A corredo di questo nucleo sono raffigurate le seguenti scene: la Vergine con Bambino e i committenti in preghiera (c.21v), l’Annunciazione (c. 22r), la Visitazione (c. 41v), la Natività (c. 62r), l’Annuncio ai Pastori (c. 68r), l’Adorazione dei Magi (c. 72v), la Presentazione al Tempio (c. 76v), la Fuga in Egitto (c. 80v), l’Incoronazione della Vergine (87v). Le carte contenenti i Salmi penitenziali sono arricchite da cinque illustrazioni: Cristo in trono tra i simboli dei quattro evangelisti (c. 94r), la Crocifissione (c. 116r), la Pentecoste (c. 124r), la Vergine che allatta e la committente in preghiera (c. 135v), Cristo giudice (c. 141v). A corredo dell’Ufficio dei defunti vi è una sola miniatura che rappresenta una cerimonia liturgica (c. 144v).
Come tutti in libri d’ore, anche nell’esemplare dell’Angelica le illustrazioni non rappresentano delle trasposizioni figurative dei testi contenuti, non vi è una corrispondenza tra testi e immagini. Le carte che contengono le miniature tabellari presentano i bordi animati da una fitta cornice composta da esili racemi sinuosi perlopiù spiraliformi, che si popolano di figure fantastiche, uccelli, figure umane.
Al ciclo illustrativo si aggiungono numerosissime iniziali ornate. Altrettanto ampio è l’impiego di chiudirighe che riempiono lo spazio rimasto vuoto alla fine delle linee di scrittura.
Come tutti i libri d’ore, anche il volume della Biblioteca Angelica era destinato alla devozione dei suoi committenti ed era impiegato per la recitazione privata di uffici e devozioni secondo la liturgia delle ore.
Robert de Bossey, cavaliere di Normandia, e sua moglie Roberte de Calleville, originaria di Rouen.
Per la scrittura il procedimento canonico che veniva seguito era generalmente il seguente:
- si sceglieva e si preparava il supporto, nel caso del Libro d’Ore Ms 459 la pergamena;
- si costruiva il fascicolo (4, 5 o 6 fogli piegati e infilati uno dentro l’altro);
- si eseguiva la foratura preparatoria;
- si eseguiva la rigatura, a secco o con la mina colorata, secondo uno schema a piena pagina o 2 colonne. Il Libro d’Ore Ms 459 ha uno schema a piena pagina e ha la rigatura a colori;
- si copiava lasciando gli spazi per le iniziali e per le rubriche (ovvero i testi accessori, quali titoli, contenuti, explicit);
- si inserivano le parti in rosso, cioè le rubriche e eventuali tocchi di penna sulle maiuscole (quasi sempre era il copista stesso che fa questa operazione);
- il miniatore eseguiva le iniziali che potevano estendersi anche nei margini;
- le illustrazioni potevano essere inserite negli spazi appositamente riservati dalla scrittura, oppure, se occupavano una intera pagina, questa poteva far parte del fascicolo oppure poteva essere eseguita su foglio singolo che poi veniva inserito all’interno del fascicolo; in questo secondo caso quando si osserva la struttura del fascicolo ci si accorgerà di un foglio soprannumerario privo della sua metà;
· per ultimo si cucivano i fascicoli tra loro e poi alla coperta; questa operazione poteva avvenire anche a distanza di tempo.
Il procedimento canonico per la realizzazione di una miniatura prescrive che sulla pergamena ben tesa e pulita, venisse stesa la preparazione e realizzato il disegno di base preparatorio.
Quindi una delle possibili preparazioni della doratura, era l’argilla d’Armenia, altrimenti detta “bolo” mescolata a colla, fino ad ottenere un fondo perfettamente omogeneo su cui applicare la doratura in foglie d’oro. Il colore del bolo influenza il tono della doratura che sarà applicata, dunque si poteva usare il bolo rosso o giallo, se si voleva ottenere un’intonazione rispettivamente calda o più pallida. Tale strato di argilla veniva steso con un pennello morbido.
Si applicavano poi sul bolo le sottilissime foglie d’oro. Esse venivano quindi levigate con pietra d’agata fino a renderle splendenti.
La doratura poteva essere anche applicata a pennello.
Venivano finalmente preparati i colori con cui dipingere i fondi e le figure.
Una volta composte le forme e le figure principali, potevano essere realizzate altre decorazioni e ornamenti: i fregi nei margini e le iniziali ornate, poi le iniziali istoriate. L’ordine di esecuzione di questi elementi poteva variare.
Nel Ms 1102 questi ornamenti sono parzialmente presenti.
La miniatura veniva quindi lasciata asciugare e infine trasferita a colui che assemblava il fascicolo.
Si segnala l’ampio uso dell’ oro in quasi tutte le carte miniate.
Per rispondere è necessario condurre uno studio testuale e codicologico dell’intero volume. Ad esempio si veda la c. 21, dove sono raffigurati i committenti in preghiera. Si tratta di un foglio sciolto aggiunto. Ma quando? E’ contestuale o è poco più tardo e indica il passaggio di proprietà? Sul piano stilistico formale la miniatura presenta delle differenze rispetto alle altre, ma questo solo elemento ci dice poco, perché spesso la/le miniature più importanti venivano eseguite dal miniatore più dotato.
Informazioni non disponibili
Sono state eseguite delle analisi sulla coperta (dorso, interno, taglio anteriore) e su tre carte, che confermano un ottimo stato di conservazione
Nell’ambito del progetto Codex 4D sono state condotte indagini termografiche e riflettografiche nel medio IR. (range spettrale 3-5 micron). Si tratta di tecniche di diagnostica per immagini che consentono di visualizzare elementi strutturali e/o subsuperficiali sia delle legature, sia delle miniature.
Come analisi microbiologiche, sono stati eseguiti tre tamponi sulla coperta e tre sulle carte, analizzati poi in laboratorio con sequenziamento Sanger.
Come analisi chimiche, sono state eseguite sulla pagina 85: si è proceduto al campionamento con spugnetta per eseguire, successivamente, le analisi HPLC e FT-IR.
Nel Libro d’Ore le riflettografie nel medio IR sono state utilizzate per allineare le immagini RGB con le immagini termografiche al fine di ottenere la rappresentazione 3D nell’IR. La termografia è stata utilizzata per lo studio di alcune miniature, rivelando informazioni utili sullo stato di adesione delle dorature (non si evidenziano distacchi subsuperficiali che si estendono a partire dalle piccole lacune visibili). Entrambe le tecniche hanno mostrato con maggior contrasto alcuni elementi del disegno preparatorio. Le indagini termografiche eseguite sulla carta 21v hanno rivelato un piccolo pentimento in corrispondenza del capo del committente Robert de Bossey II, cavaliere di Normandia, raffigurato in preghiera ai piedi della Vergine con Bambino a c. 21v. I termogrammi mostrano come il personaggio fosse stato inizialmente realizzato con un copricapo, non più presente nella versione attuale della miniatura.
Dalle analisi microbiologiche, sul taglio anteriore e sul dorso della coperta, area più manipolata dagli utenti, sono cresciuti in laboratorio dei batteri Gram + appartenenti agli actinobatteri, comuni in suolo, polvere, pelle e vie respiratorie superiori umane. Per il dettaglio delle analisi, si vedano le relative annotazioni sul modello.
Le analisi chimiche, eseguite sulla pagina 85 hanno evidenziato uno stato di conservazione buono del supporto cartaceo, confrontabile con quello delle altre pagine del libro, con nessuna peculiarità relativa alla natura della macchia rossa.
- Enrico Narducci, Catalogus codicum manuscriptorum praeter graecos et orientales in Bibliotheca Angelica olim Cenobi Sancti Augustini de Urbe, Romae, Typis Ludovici Cecchini, 1893, tomo I, p. 210.
- A. Luciani, La miniatura e la prossima esposizione d'arte antica a Roma, in "La nuova antologia" s.2, 37, 1833, pp. 316-318.
- R. Amiet, Inventaire des manuscrits liturgiques conservés dans le bibliothèques et les archives de Rome, in "Scriptorium" 39, 1985, pp. 109-118, in part. 112.
- R. Amiet, Catalogue des livres liturgiques manuscrits dans les archives et les bibliothèques de la Ville de Rome, in "Studi medievali" 27, 1986, pp. 925-997, in part. 939.
- M. Cavalli - F. Terlizzi, Legature di pregio in Angelica. Secoli XV-XVIII, con il contributo di F. Cossu, Roma 1991, pp. 82-83.
- P. Coccia Desogus, Un Libro d'Ore francese nella Biblioteca Angelica di Roma, in "Miniatura" 5-6, 1993-1996, pp. 17-26.
- Maria. Vergine Madre Regina: le miniature medievali e rinascimentali, Roma, Biblioteca Vallicelliana, dicembre 2000-febbraio 2001, a cura di C. Leonardi - A. Degli Innocenti, Milano 2000.